"Alfie ha cinque anni quando in Europa si alzano i venti della Grande Guerra, e il suo papà, come molti altri giovani, parte per il fronte. La guerra però la combatte anche chi rimane a casa, nelle difficoltà di trovare il cibo e i soldi per l’affitto, con il terrore che un ufficiale bussi alla porta per riferire che un familiare non tornerà più a casa. Alfie non vuole credere che sia questo il destino di suo padre, ma le lettere che l’uomo spedisce dal fronte si fanno saltuarie e cupe, e sempre più rare…"
Mentre gli altri due libri di Boyne che ho letto erano ambientati nel contesto storico della Seconda Guerra Mondiale, "Resta dove sei e poi vai" è ambientato nella Prima.
Il padre di Alfie parte volontario come soldato dopo lo scoppio della guerra.
Lui e sua madre rimangono a casa e lui inizia a lavorare come lustrascarpe alla stazione.
Il libro inizialmente procede lento,con qualche flashback ogni tanto.
Nella prima metà del libro non succede niente. NIENTE.
Da un lato è positivo perchè non si capisce dove l'autore voglia andare a parare;ma dall'altra parte è abbastanza confusionario perchè la seconda metà del libro è un casino.
In più il libro finisce in un modo alquanto deludente. Venti pagine prima della fine del libro succede qualcosa che scombussola il lettore e cinque pagine dopo si finisce a tarallucci e vino. Sembra quasi che l'autore non sapesse come continuare il libro e abbia risolto tutto nel modo più semplice possibile.
I personaggi non sono molto approfonditi e come negli altri libri di Boyne non mi sono affezionata a nessuno in particolare.
Però il personaggio di Joe Patience,amico del padre di Alfie,mi è piaciuto molto.
In questo libro credo che lui sia il personaggio più approfondito.
Io l'ho amato.
Una cosa che mi è piaciuta molto è che i titoli dei capitoli rimandano a canzoni molto popolari tra i soldati britannici durante la prima guerra mondiale.
"Tutto quello che volevo era un minimo di comportamento umano in un mondo che umano non lo è più."